Le migliori piante appese per arredare una casa piccola

2023-02-05 17:44:19 By : Mr. Lewis Yang

Con la scusa del poco spazio le air plants sono diventate l'ultimo trend in fatto di verde. E sono anche facilissime da curare

Quanti modi conosciamo per decorare la casa con le piante appese? Vivere in una piccola abitazione non significa dover rinunciare ad apprezzare le piante da interno ed i loro benefici. Ormai ne siamo consapevoli, la vegetazione curata tra le mure domestiche è una vera e propria dichiarazione di allegria e un toccasano. Le piante appese in casa sono un trend di questi ultimi anni (complice anche la riduzione delle superfici degli appartamenti metropolitani), ma la vegetazione indoor sospesa era una tecnica molto diffusa già in epoche antiche sia in Oriente che in Occidente. Che si tratti del floating o dello string garden, o ancora considerando le più classiche piante rampicanti o le succulente pendenti, è importante conoscere quali piante scegliere e in quale angolo di casa possiamo inserirle per far si che il risultato estetico sia equiparabile a quello organico.

Un esempio? La Tillandsia, una pianta tropicale originaria dei deserti del Sud America, famosa per riuscire a sopravvivere senza bisogno di terriccio in contenitori di piccole dimensioni o, addirittura, con le radici incastrate in un reticolo di fili volanti, è perfetta in versione sospesa. Grazie a peculiari caratteristiche anatomiche e fisiologiche presenti sulle foglie e all’interno della struttura (che le hanno permesso di adattarsi - in natura - a luoghi, climi e ambienti ostili), è una di quelle piante erbacee perenni capace di assorbire umidità in maniera quasi autonoma.

Ma se sono le piante comuni quelle che vogliamo coltivare nella nostra mini house, allora è il giardino appeso quello che fa per noi. Una tecnica ormai famosa, che deriva proprio dal fatto che le piante sono appese ad una serie di sottili cordini di nylon invisibili, inventata dal botanico-designer Fedor Van der Valk. Si tratta di una perla di muschio che contiene le radici delle piante appese. Quali? Potenzialmente tutte, sia che si tratti di piante da interno che da esterno, senza particolari limiti (se non la dimensione e lo sviluppo vegetativo delle stesse). Orchidee, azalee, bulbose; oltre ad arbusti verdi o perenni, e perfino piccoli alberi, anche da frutto. Questo artista del verde olandese, prendendo ispirazione dal Kokedama (palla di muschio) nipponico e dall’arte botanica giapponese, ha presentato per la prima volta questa singolare tecnica alternativa alla Biennale di Arnhem nel 2009. E’ un metodo abbastanza semplice, in grado di creare degli originali giardini urbani indoor. I tempi di realizzazione variano da mezz’ora, per un geranio, ad un paio di giorni per gli alberi più grandi o per le piante con radici molto estese che devono essere tagliate e potate ad arte senza danneggiarne lo crescita. La domanda sorge spontanea: come si annaffia uno string garden? Principalmente tramite nebulizzazione (anche rispettando le necessità del vegetale contenuto). Oppure, quando questi vasi di terra e muschio presentano superficie asciutta, si possono immerge completamente in acqua per circa 10 minuti, trascorsi i quali, dopo averli scolati attentamente, potranno essere riappesi.

Per chi invece ama le succulente, ovvero le piante grasse, l’idea di appenderle è ottima, specialmente per quelle specie di piante come la Senecio rowleyanus, ovvero la String of Pearl, che si lascia crescere in una cascata di bellissime e verdi palline, nate apposta per decorare il mondo e la casa. Famosissima e molto scenografica, la piante del Rosario è un sempreverde della famiglia delle Asteraceae originaria del’Africa, diffusa in tutte le aree del Mediterraneo caratterizzata dalla forma stravagante delle sue foglie a palloncino. Queste ultime, a forma di capsule globose simili a perle di una collana o ai grani del rosario (di colore verde chiaro in estate e biancastro in inverno), ricoprono interamente i fusti che possono arrivare a 80 cm di lunghezza.

Ma se sono le tradizioni del Bel Paese che vogliamo tenere vive? Allora il ritorno al classico è d’obbligo. L’edera cascante (che predilige luoghi freschi e ombreggiati), la Vitis vinifera (vite comune) o il Pothos sono il vero mix tra il look antica Roma e lo stile Jungle. Sì, è vero, pensare ad un rampicante in casa, potrebbe lasciare perplessi. Ma se siamo convinti che il giardinaggio domestico sia entrato a far parte della nostra quotidianità, allora ogni frontiera può essere esplorata. Il punto di partenza è sempre un contenitore (anche appeso) posizionato in un angolo del living o sopra la vasca da bagno nelle immediate vicinanze di una parete verticale che possiamo attrezzare con una struttura reticolare sottile per sostenerne e organizzare la crescita. Un esempio? Tutti la conosciamo con il nome di Monstera. Questa pianta a foglia larga, ormai richiestissima nell’arredo d’interni, è in realtà una pianta rampicante appartenente alla famiglia dei Filodendri. Quando è adulta, le sue radici aeree diventano molto appariscenti (in natura si sviluppa nelle foreste pluviali, attaccata ai tronchi degli alberi) tanto da costituire una sorta di giungla disordinata all’interno del vaso. Un’altra pianta rampicante da interno è il cosiddetto Giglio rampicante del genere Gloriosa, originario delle zone tropicali dell’Africa centrale. I fusti si allungano fino a più di un metro e portano numerose foglie lanceolate che all’apice hanno piccoli uncini con i quali la pianta si aggrappa a qualsiasi supporto.

In primavera ed estate sbocciano numerosi fiori di colore rosso o arancio che diventano sempre più appariscenti man mano che il fiore si apre. La pianta predilige una posizione luminosa, anche se in estate è bene ripararla da luce diretta.