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2023-02-05 17:47:57 By : Ms. Amily Wong

Lo smartphone può trasportare fino a 10 volte in più di batteri rispetto a un water (ne parlammo qui). Sono le conclusioni di uno studio dell’University of Arizona, che sottolineano come ciò che è diventato praticamente una estensione del nostro corpo in realtà sia un vero e proprio ricettacolo di germi. Per molto tempo la maggior parte delle persone ha sottovalutato queste informazioni, fino all’arrivo del Covid.

Con la pandemia, soprattutto durante le sue prime fasi, abbiamo sanificato praticamente tutto. Per questo negli ultimi anni è esploso un trend di un prodotto che mira a risolvere questo problema, cioè quello dei sanificatori UV per smartphone. Ci metti dentro lo smartphone e questo viene bombardato da raggi UV sterilizzanti. Tra quelli più avanzati e costosi, ad esempio, esiste la Cleanstation, che costa la bellezza di 200 dollari.

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Il mercato degli sterilizzatori UV è, in effetti, in crescita e, per essere una nicchia, supererà i 256 milioni di dollari entro il 2027. Vediamo come e se funzionano.

La scienza ci dice da anni che i raggi UV sono efficaci per eliminare germi, funghi e batteri, quindi gli sterilizzatori UV per smartphone sono solo gli gli ultimi gadget ad utilizzare questo metodo. Viene utilizzato comunemente, ad esempio, anche dai barbieri, che introducono strumenti come pettini o forbici in contenitori da cui si vede fuoriuscire una luce viola. Esistono addirittura degli sterilizzatori UV per i biberon.

Ma come funzionano? In particolare, nello spettro della luce UV ci sono le luci UV-A, B e C. Solo la luce UV-C può uccidere i germi, dato che interferisce e distrugge gli acidi nucleici di batteri e altri microbi e modificano il DNA e l’RNA dei microrganismi per renderli inefficaci.

La luce UV-C è dannosa per la salute dell'uomo e opera a una lunghezza d’onda tra i 100 e i 280 nanometri: la capacità di penetrazione e quindi la pericolosità dei raggi UV aumenta al diminuire della lunghezza d’onda, quindi i sanificatori UV sono da utilizzare con attenzione.

In ogni caso funzionano meglio sulle superfici lisce e hanno ovviamente dei limiti. Secondo Philip Tierno, professore nel dipartimento di patologia del Langone Medical Center della New York: ”LlUV-C penetra in modo superficiale e la luce non può entrare in angoli e fessure”, quindi non penetra tra i pulsanti o le custodie dei telefoni. Se un germe è racchiuso all'interno di una particella di cibo, ad esempio, la luce UV non sarà in grado di raggiungerlo.

I raggi UV-C sono quindi efficaci per distruggere i germi, infatti vengono utilizzati anche in una varietà di applicazioni, per esempio la disinfezione di cibo, acqua e aria. Funzionano quindi effettivamente per sterilizzare uno smartphone? Sì, se vengono utilizzati nel modo giusto (e se il dispositivo emette davvero UV-C e non è una truffa).

Per avere un reale effetto lo smartphone deve essere esposto per molti minuti ai raggi UV e ovviamente il trattamento varia in base alla potenza dello strumento utilizzato. Più raggi UV-C vengono emessi, meno tempo occorrerà per sterilizzare l’oggetto. Amesh Adalja del Centro per la sicurezza sanitaria della Johns Hopkins University ha infatti affermato che "non c'è dubbio che le radiazioni UV siano dannose per i germi”, ma ovviamente i prodotti venduti per sterilizzare gli smartphone non sono efficaci se comparati ai macchinari ospedalieri, molto più potenti.

I sanificatori UV per smartphone quindi possono essere utilizzati per avere smartphone più puliti e inoltre sono sicuramente più comodi rispetto a un classico panno imbevuto di alcol. Il problema è che sterilizzano solo la zona bombardata dai raggi UV, mentre quelle più “nascoste” non vengono pulite.

Inoltre quando il dispositivo viene estratto dal contenitore è sì sterilizzato, ma può facilmente incontrare nuovi microrganismi, semplicemente toccandolo o poggiandolo su un tavolo. Insomma, lo smartphone tornerà "sporco" dopo pochissimo tempo di utilizzo e perciò non conviene spendere così per il brivido di una superficie pulita per pochi istanti. Basterà lo scomodo panno con alcol.

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